I consigli d’ascolto
- Ci sono podcast molto ben riusciti, nei quali l’esperienza personale e la storia narrata trovano un equilibrio ideale. Mi chiamo Pietro Puzone fa un passo in più: è la storia di un’amicizia che si è sviluppata durante la realizzazione del podcast stesso, creando naturali colpi di scena capaci di restituire rari livelli di empatia. Ideato, scritto e condotto dal giornalista Lorenzo Giroffi, narra i due anni di amicizia con Pietro Puzone, dal 2020 alla fine del 2022. Ex attaccante del Napoli negli anni del primo scudetto della squadra, Puzone è famoso soprattutto per un’altra amicizia, quella che lo ha legato indissolubilmente a Maradona, il più grande di tutti.Un rapporto per mezzo del quale Puzone attraversa la gloria fatta di droga, serate e soldi, per poi trovarsi nell’inferno della solitudine e dell’alcol. Lorenzo Giroffi racconta Pietro Puzone al di là della narrazione che tutti vogliono sentire: nelle prime puntate la voce di Pietro ha bisogno di essere “tradotta”: accanto al dialetto difficile da comprendere c’è la fatica di un uomo che ha perduto ogni cosa, alle prese con la disintossicazione. Sorprendente la trasformazione dell’audio, che via via che si va avanti diventa sempre più chiaro, testimoniando la rinascita di Pietro. Commovente il tratto in cui ritrova la figlia abbandonata per diciotto lunghi anni. È un podcast Original RaiPlay Sound, prodotto da Gli Ascoltabili.
«Per tutti quelli che amano l’epica delle vite comuni, che incontrano la leggenda». Ascoltalo, tutto d’un fiato, sulle principali piattaforme di streaming. - Delicato e profondo, Remind(h)er è scritto e letto da Federica Marino e realizzato da OnePodcast (lo trovi sulle principali piattaforme). Speaker, 34 anni, la host condivide la sua storia personale raccontando in otto puntate la malattia neurodegenerativa che ha colpito suo padre. Malattia che lo ha privato, un pezzo alla volta, dei propri ricordi e che lo ha trasformato, passo dopo passo, a partire dalla diagnosi avvenuta dieci anni fa. «Mio padre non si ricorda più di sua figlia. Non si ricorda più di me. E non perché sia un cattivo padre. Anzi. Semplicemente la sua memoria, difettosa, mi ha cancellato». Ogni puntata comincia con un ricordo e si chiude con un promemoria. Un “avviso” che vuol dire condivisione per chi vive una condizione simile, e che fa luce sull’importanza della quotidianità per chi invece ha «la fortuna di avere in tasca tutti i ricordi». Remind(h)er è un dolce avvertimento per un papà che non è più “invincibile“: ricordami, ricordati della lei che sono. La voce di Federica Martino è calda, impeccabile, perfetta da ascoltare. Il che rende ancora più prezioso questo suo lavoro.
Remind: «Ricordati che il coraggio e la paura spesso abitano le stesse braccia». - Ci sono tanti motivi per scegliere di ascoltare – gratuitamente, su tutte le piattaforme audio – L’ultimo volo dell’Airone, il podcast di Archivio Luce realizzato da Chora Media che racconta l’ultimo giro, il quinto, vinto da Fausto Coppi. “L’Airone”, per l’eleganza e le lunghe gambe sottili, oppure “il Campionissimo” erano i modi con cui lo chiamavano i cronisti. La sua impresa avviene nel 1953, e il punto più alto mai raggiunto dal Giro viene proprio ribattezzato “cima Coppi“, per ricordarne la vittoria. Il podcast è l’occasione per addentrarsi dentro l’anno che rappresenta l‘inizio del miracolo economico italiano, sorvolandone con ritmo e leggerezza il costume, la società e la politica, accanto allo storico Giro d’Italia avvenuto settant’anni fa. Gli estratti dell’Archivio Luce contribuiscono a restituire il sapore dell’epoca, fatto di notiziari, musica e suoni splendidamente “cuciti” attorno alla caratteristica voce di Davide De Zan. Al giornalista e telecronista sportivo legato al mondo del ciclismo sono affidati la narrazione della memorabile corsa, nel contesto dell’inizio del decennio del “boom”, e il ritratto del re delle scalate, campione schivo e introverso.
- «Ho 13 anni, faccio la terza media, e sono già io». Eugenia Viola, la protagonista di Un karma pesante, è una regista che sta per compiere quarantadue anni, quasi totalmente assorbita dal proprio lavoro. E quella della se stessa tredicenne è una delle immagini della sua vita che racconta nel romanzo, dove pezzo dopo pezzo si mostra nelle sue fragilità, nella sua autenticità. La versione audio del libro di Daria Bignardi, uscito nel 2019, è letta dalla stessa autrice ed è disponibile su Storytel e Audible. Un ascolto che scorre veloce ma che ti lascia il tempo di immaginare le scene evocate. La scrittura è fluida e i capitoli scandiscono i decenni: dopo l’adolescenza intrisa di letture c’è il periodo londinese, in fuga dalla malattia del padre, e quello milanese, negli anni Ottanta. I dieci anni d’amore (imperfetto) con il marito, il desiderio improvviso di diventare madre – «Le bambine mi danno così tanta gioia, come se fosse troppa per me, come se non me la meritassi del tutto» – e il cerchio che si chiude in un copione forse troppo noto in tante esistenze, ma che proprio per questo riesce a farti rispecchiare. «È vero che piangere fa bene. Com’è banale la vita, com’è bella però».
- Atmosfere d’Oriente, una scrittura intima, la cucina come atto d’amore. C’è tutto questo dentro Il ristorante dell’amore ritrovato, romanzo ambientato in un villaggio giapponese dove la protagonista, dopo aver lasciato Tokyo, si rifugia per ritrovare le proprie radici, dopo l’abbandono improvviso da parte del fidanzato. L’autrice è Ito Ogawa, nell’audiolibro edito da Emons (sulle varie piattaforme) presta la voce Elena Radonicich. Ringo, questo il nome della protagonista, decide di trasferire la passione per la preparazione dei cibi in un ristorante tutto suo, un posto speciale che ospita una sola coppia di persone al giorno, con un menù creato su misura a partire dai desideri dei clienti e che presto si rivela una sorta di luogo magico. Ito Ogawa scrive canzoni e libri illustrati per ragazzi. Il ristorante dell’amore ritrovato, suo romanzo d’esordio del quale esiste una versione cinematografica, è stato pubblicato per la prima volta nel 2010 e l’anno successivo ha vinto il Premio Bancarella della Cucina.
- Uno dei carteggi più rilevanti del Novecento italiano: è quello fra Leonardo Sciascia e Italo Calvino. Cominciato settant’anni fa, nel maggio del 1953, e protrattosi fino alla morte di Calvino, nel 1985. L’illuminismo mio e il tuo racchiude 145 scritti fra lettere, cartoline, biglietti e telegrammi che i due letterati si scambiarono in oltre un trentennio. Ad accomunare le loro personalità, la formazione culturale, la vocazione illuminista, l’impegno politico e civile. Il carteggio traccia l’evolversi di una relazione di amicizia e lascia spazio alle discussioni su libri e premi letterari oltre che al susseguirsi della pubblicazione delle opere sullo sfondo dell’Italia del boom economico e degli anni del terrorismo. Edito da Mondadori, il libro che ricostruisce lo scambio epistolare è appena uscito (maggio 2023). I curatori sono Mario Barenghi e Paolo Squillacioti, l’audiolibro è letto da Gabriele Calindri e si può ascoltare sulle principali piattaforme.
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