Fare soldi con i podcast, come scrivevo, è complicato. Nonostante i podcast esistano da vent’anni, nessuno ha ancora trovato un unico modello di business che funzioni per tutti. Ed è così non solo in Italia, ma anche nel resto del mondo. A luglio ho lanciato un’indagine rivolta ai podcaster indipendenti italiani per capire se e come è possibile vivere di podcast. Hanno risposto 40 persone, e questo è quello che è venuto fuori.
- Primo dato interessante: solo una piccola percentuale dei partecipanti (circa il 13%) nella vita si occupa prevalentemente di podcast; la maggior parte lavora nel giornalismo, nella comunicazione e nel marketing. (E infatti molti nelle varie risposte al questionario hanno lamentato la mancanza di tempo per dedicarsi come vorrebbero al proprio podcast, mancanza di tempo dovuta al fatto che svolgono altri mestieri oltre a quello del podcaster.)
- Quasi tutti hanno un target di pubblico molto generico: nessuno, mi pare, ha ragionato davvero sulla propria audience prima di lanciare il podcast.
- Per quanto riguarda le piattaforme, quella più usata per la distribuzione del podcast è Spreaker, seguita da Spotify.
Quasi nessuno invece usa le piattaforme per monetizzare il proprio podcast (l’eccezione è Spreaker, usata per monetizzare dal 16% delle persone che hanno risposto); una piccola percentuale usa invece piattaforme per raccogliere donazioni dai sostenitori come Buy Me a Coffee o Patreon. - La larghissima parte ha iniziato a fare podcast (e continua a farli) per passione, oppure per il desiderio di sperimentare un nuovo mezzo, o per il bisogno di raccontare e raccontarsi.
- Meno della metà invece ha come obiettivo prioritario quello di guadagnare soldi dai podcast.
- Il 55% non è ancora riuscito a rientrare nelle spese, anche se circa la metà conta di riuscirci prossimamente. Il restante 45% invece è già rientrato nelle spese o sta addirittura guadagnando dal proprio podcast.
- Tra chi è già riuscito a monetizzare il proprio podcast, il 44% ci ha messo più di un anno, il 22% fra sei mesi e un anno e il 33% sei mesi o meno.
I fattori chiave che hanno determinato i guadagni? Tra quelli citati ci sono la crescita degli ascolti, la fidelizzazione della community, l’aumento della frequenza di pubblicazione, la costruzione di una buona reputazione e l’interesse di brand e committenti.
In ogni caso, la metà di chi guadagna dai propri podcast non guadagna abbastanza per riuscire a vivere in modo dignitoso.
- Ho chiesto poi di indicare i propri punti deboli e punti forti nell’ottica della monetizzazione. Il fatto di realizzare un podcast di nicchia è stato citato in egual misura come punto forte e come punto debole. Tra i punti forti c’è poi la fidelizzazione degli ascoltatori e la qualità dei contenuti. Tra i punti deboli ricorrenti la scarsa promozione (non a caso i podcaster considerano la promozione una delle attività meno piacevoli tra quelle legate alla realizzazione del podcast), la frequenza di pubblicazione irregolare e il basso budget da investire sul progetto.
- Ma alla fine da dove arriva la maggior parte delle entrate?
Per oltre un terzo fare soldi con i podcast significa fare podcast su commissione.
La pubblicità invece può rivelarsi utile come entrata secondaria.
Come si vede dai due grafici qui sopra, non esiste un’unica strada per monetizzare i podcast. Ognuno il modello di business se lo costruisce da solo, in base alle proprie esigenze e alle potenzialità del proprio podcast.
- Di sicuro c’è ancora parecchio lavoro da fare. Ma come fare per migliorare la monetizzazione dei podcast? Queste sono alcune idee dei podcaster e delle podcaster che hanno risposto al questionario:
-Sviluppo di un sistema di sponsorizzazione dei singoli episodi
-Più opportunità di guadagno per i podcaster tramite le piattaforme (Spreaker, Spotify ecc.)
-Miglioramento degli algoritmi che determinano quali pubblicità vengono inserite all’interno dei vari podcast per avere adv più idonee al contesto
-Sistemi in grado di aumentare la reach dei podcast
-Iniziative per fare conoscere i podcast a un pubblico più ampio
–Evangelizzazione dei brand e dei potenziali investitori rispetto ai vantaggi dei podcast
-Maggiore spinta sugli annunci letti dall’host del podcast (host read ads)
-Eventi per fare incontrare i podcaster e i potenziali investitori
-Maggiore spinta sui servizi di abbonamento a pagamento
-Possibilità di avere più dati sugli ascolti e sull’impatto degli annunci pubblicitari
-Istituzione di fondi e bandi pubblici
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