A proposito di previsioni, nelle scorse settimane sono uscite decine di articoli in cui vari attori del settore hanno immaginato cosa ci aspetta in questo 2024. Il 2023 si è rivelato un duro bagno di realtà. D’altra parte, anche tra i sostenitori di questo mondo c’è chi dice che i cambi di rotta e i licenziamenti dell’anno scorso prima o poi – purtroppo – sarebbero dovuti accadere, e che dopo una fase di espansione – troppo? – accelerata il mondo dei podcast ha raggiunto una fase di maturità (anche se per la maturità finanziaria servirà ancora un bel po’ di lavoro di evangelizzazione, tra le altre cose).
Dunque, cosa possiamo aspettarci invece per il 2024? Qui sotto ho riassunto quello che viene fuori, in sintesi, dagli articoli a cui accennavo. Le previsioni riguardano soprattutto il mercato dei podcast negli Stati Uniti. Del resto è lì che i podcast sono nati, ed è lì che il mondo intero continua a guardare per capire in che direzione andare (e anche in che direzione non andare, spero).
1) Aumenterà il numero di podcast con l’aggiunta di una componente video, anche nell’ottica di usare degli estratti per promuovere il podcast stesso su Instagram e TikTok. E il ruolo di YouTube nel mondo dei podcast diventerà sempre più centrale (nonostante secondo qualcuno su YouTube Music – che ora permette ufficialmente di caricare i podcast tramite feed Rss – mancano ancora troppe funzioni per il podcasting).
💡 Il 71% di chi guarda la versione video di The Joe Rogan Experience lo fa su YouTube e non su Spotify.
2) Le case di produzione punteranno sempre di più sui (video)podcast conversazionali condotti da personaggi famosi, mentre andranno più caute con le serie narrative chiuse, che in genere costano di più e sono meno remunerative.
💡 Questo articolo spiega perché vediamo sempre più podcaster della Gen Z che registrano direttamente da sotto le coperte (😍).
3) I giornali realizzeranno sempre più podcast, con l’obiettivo d’impegnarsi maggiormente nella creazione di legami diretti con i consumatori.
4) La spesa pubblicitaria nei podcast continuerà a crescere, anche se ciò non si tradurrà per forza in un aumento del cpm (ossia il costo per mille impression, vale a dire la cifra che guadagna il podcaster o la casa di produzione ogni volta che mille persone ascoltano una pubblicità). Ogni in Italia il cpm è intorno ai 4€, mentre negli Usa è di circa 22$.
💡 Il 49% degli operatori di marketing negli Usa, in Canada, in Australia e a Singapore prevede un aumento della spesa pubblicitaria per i podcast nei prossimi cinque anni.
5) Gli strumenti per analizzare le performance dei podcast diventeranno dovranno diventare più precisi. Apple Podcasts ha iniziato con l’aggiornamento di iOS 17, che ha modificato i download automatici (con il risultato che alcuni podcast registrano un 10-30% di download in meno al mese rispetto a prima). Le conseguenze di questo cambiamento tecnico si stanno già facendo sentire.
6) Più società di podcasting proveranno a espandersi all’estero, attraverso a) coproduzioni/collaborazioni tra società di Paesi diversi, b) adattamenti in lingue straniere, c) la traduzione e il doppiaggio dei podcast con l’intelligenza artificiale.
7) I vari strumenti per la creazione dei podcast basati sull’intelligenza artificiale saranno sempre più integrati nel processo di lavoro dei podcaster.
8) Gli eventi dal vivo legati ai podcast diventeranno ancora più frequenti.
9) Tra i podcaster indipendenti sarà ancora più evidente la differenza tra chi fa le cose sul serio (anche con un pensiero strategico) e chi non ci crede davvero. I secondi, molto probabilmente, di fronte a un contesto così complicato (leggete qui Johnny Faina per farvi un’idea di che cosa intendo) molleranno.
💡 Nel 2023 sono stati lanciati 215.375, il numero più basso dal 2019, mentre quello dei nuovi episodi è cresciuto.
10) Il numero di ascoltatori continuerà a crescere, su questo nessuno ha dubbi.
💡 La crescita riguarda anche un mercato per anni piuttosto piatto come quello cinese, dove nel 2023 si è arrivati a 220 milioni di utenti Internet che ascoltano podcast, ossia uno su cinque. (E nuovi studi registrano una crescita decisa del numero di ascoltatori di podcast anche in Spagna e UK.)
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