Numero del 17 luglio

I consigli di lettura

  • A proposito dei suoni e della loro essenza, sul New York Times Amanda Hess si chiede: che suono ha l’intelligenza artificiale? Una cronologia delle voci sintetiche più famose – corredata di inserti audio – fra citazioni cinematografiche (Her, Alien) e stereotipi che popolano ancora la cultura contemporanea: le voci dell’AI ci dicono molte cose.
  • Il podcast è diventato un genere letterario? Sicuramente è un genere sempre più recensito, nello spazio di questa newsletter ad esempio. James Marriotteditorialista del Times e nuovo critico dei podcast del giornale – si è chiesto a questo proposito: come si recensisce un podcast? Ne sono nati alcuni spunti di riflessione.
  • In tema di recensioni, eccone una pubblicata su The Irish Time che invita ad ascoltare The Run-Up. È il podcast elettorale del New York Timescondotto da Astead W. Herndon: racconta (anche) il punto di vista della gente comune e ne fa il suo punto di forza.
  • Eric Nuzum, cofounder di Magnificent Noise, ha tenuto un intervento al Podcast Power-Up Summit nell’ambito di Radiodays North America a Toronto, che riporta integralmente trascritto qui. Sostenitore delle potenzialità del fallimento, elenca e spiega i 5 motivi per cui i podcast falliscono (e le 5 cose che ogni podcast di successo dovrebbe possedere).
  • Ben Youatt di Immediate Media, in occasione del Media Voices Publisher Podcast Summit di Londra, ha parlato della sfida dei podcast a pagamento.In questo approfondimento racconta qual è la strategia degli abbonamenti della società britannica, che oggi rappresentano circa il 10% delle entrate complessive dai podcast.
  • Il nuovo sistema operativo di Apple, che sarà lanciato il prossimo autunno includerà la possibilità – gratuitamente, ed è questa la novità rispetto alle app che sinora offrono lo stesso servizio – di registrare e trascrivere le telefonate dal proprio iPhone premendo semplicemente un tasto.
  • Ancora sul tema delle conversazioni vocali: sembra che registrare i propri pensieri ad alta voce producendo delle note audio, e condividerli con i nostri simili, non ci abbia ancora stancati. E che tutto questo rappresenti «l’ultimo atto della vittoria dell’ego sulla socialità». Lo si legge su un pezzo pubblicato dal Post che si domanda se ci metteremo mai d’accordo sui messaggi vocali. Tu che ne pensi?

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