Oggi è di gran lunga il target più ambito dai marketer e dagli editori. Su di loro ci sono moltissime ricerche, che ne analizzano le opinioni sul mondo, i brand preferiti, il modo di comunicare e di essere in quanto digital e social native.
Ma qual è il loro rapporto con il podcast e il digital audio?
A rispondere a questa domanda ci viene in aiuto una recente analisi di SXM Media e Edison Research che approfondisce il rapporto della GenZ con i podcast, le affinità e i loro comportamenti di fruizione. Si tratta di dati relativi al mercato statunitense, ma sono sicuramente un bel punto di partenza per riflettere su cosa stiamo facendo come industry per attrarre e coinvolgere i giovani all’ascolto.
Le stime sono molto positive: il 47% degli americani di età compresa tra i 13 e i 24 anni ha ascoltato podcast nell’ultimo mese. Ciò rappresenta un impressionante aumento del 57% rispetto a soli cinque anni fa, e significa che ora ci sono circa 24 milioni di ascoltatori mensili di podcast della Gen Z negli Stati Uniti. Tra questi, ben tre su quattro hanno ascoltato un podcast nell’ultima settimana, percentuale che cresce all’80% nella fascia più giovane tra i 13 e i 17 anni.
Per quanto riguarda gli argomenti e i generi di contenuto che la Gen Z ascolta, il commedy è al primo posto (48%), seguito da intrattenimento/personaggi/voci (40%), true crime (38%), musica (36%) e giochi/hobby (35%). Apprezzano storie di vita reale (94%), conversational (92%), spettacoli che possono essere ascoltati in binge (91%) e interviste con ospiti diversi (90%).
Il principale canale per la discoverability sono i social, ça va sans dire, che diventano anche un canale essenziale per connettersi, interagire e mantenere una relazione con i podcast che amano o gli host che apprezzano.
La Gen Z si rivolge ai podcast per qualcosa di più che semplice intrattenimento: cercano prospettive nuove e conversazioni su argomenti importanti per loro, idealmente contenuti che possono anche fornire loro utilità e orientamento – quasi due terzi degli ascoltatori ritengono importante che i podcast li aiutino a comprendere meglio il mondo, anche quando gli argomenti sono difficili o complessi. Cercano informazioni approfondite, discussioni stimolanti e l’opportunità di ampliare le loro conoscenze e punti di vista.
In conclusione, gli ascoltatori di podcast della Gen Z sono sempre di più e sempre più interessati. L’audio parlato – e soprattutto il podcast – è di fatto parte della loro dieta mediatica e meritevole della loro completa attenzione e di credibilità.
La domanda quindi c’è, ma l’offerta è all’altezza? Sono mamma di due adolescenti e quotidianamente consiglio podcast alle mie figlie. Il più delle volte sbuffano e dopo pochi secondi se ne vanno annoiate, ma quando azzecco il consiglio divorano il contenuto e ne diventano fan (@Cashmerepodcast torna, ti prego!). Il timore è che molti contenuti che raccontano la GenZ siano fatti da boomer. Scusate l’estremizzazione, ma il nocciolo è quello.
Per non sprecare questa grandissima opportunità di raggiungere la sfuggevole Generazione Zeta, forse dovremmo coinvolgerli da questa parte del microfono, supportandoli nel produrre i contenuti di cui loro sentono di aver bisogno, renderli protagonisti con le loro voci e le loro opinioni.
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