Per la rubrica mensile “The Spreaker Dispatch” abbiamo intervistato Riccardo Poli, Beppe Salmetti e Alessandro Longoni, autori e voci di Brutto, un podcast bello (qui la pagina Instagram). Brutto, che è parte del programma Spreaker Prime, tutti i giorni dal gennaio 2021 accompagna i suoi ascoltatori con un punto di vista personale sull’attualità, impegnando l’ascolto per il tempo di un caffè. «Brutto è un podcast fatto veramente male. Non come quelli che dicono di essere fatti male ma poi son fatti bene. È fatto male e basta», raccontano i suoi autori. «Il nostro obiettivo è uscire ogni mattina alle 7 con la notizia più brutta del giorno. La commentiamo senza saperne nulla o poco, facendo emergere in tutta libertà le nostre fobie, assurdità, ossessioni e crisi esistenziali quotidiane».
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Raccontateci come è nata l’idea del podcast.
«Noi di Brutto abbiamo anche un programma radiofonico su una emittente nazionale (Radio 24, se volete nomi e cognomi: il programma si chiama Off Topic), iniziato nel 2018. Un po’ la pandemia e un po’ la nostra voglia di sperimentare cose nuove e liberare energie ci hanno fatto decidere di creare Brutto nei primi giorni del gennaio 2021. Brutto è pubblicato da noi stessi, è totalmente indipendente e quindi è uno spazio assolutamente libero del quale necessitavamo e necessitiamo ancora oggi».
Cosa pensate di Spreaker e del programma Prime?
«Lasciateci sviolinare Spreaker. Siamo felicissimi ed onorati di essere stati scelti da Spreaker come podcaster per la loro scuderia. Usavamo un altro publisher in passato, e siamo molto contenti ora di usare Spreaker nelle sue funzionalità estese. Inoltre prima non avevamo alcun accesso alla remunerazione economica, ora grazie a Spreaker Prime, possiamo aggiungere dei contributi alla causa Brutta».
Com’è composto il team che si occupa del podcast?
«Beppe Salmetti, Riccardo Poli ed Alessandro Longoni sono gli host fissi. Andrea Roccabella è il sound designer che rende possibile l’impossibile, ovvero riuscire ad uscire ogni mattina alle 7. Lo fa da 870 puntate!».
Quale pensate sarà il futuro dei podcast? Che evoluzione avete previsto per il vostro?
«Abbiamo fatto 870 puntate e sarà folle quello che stiamo dicendo ma a noi sembra di aver cominciato l’altro ieri. Ovvero vediamo ancora grandissime potenzialità di crescita. Ci sentiamo sempre in un cantiere aperto di continua elaborazione dello stile. Di fatto Brutto può sembrare all’esterno dei semplici 5 minuti di cazzeggio su una notizia brutta del giorno, ma per noi è quasi una seduta di coppia, anzi di trio. Una seduta personale ed emotiva di relazione con noi stessi come trio. E questa cosa negli anni si è affinata e secondo noi ha anche giovato in seconda battuta al programma radiofonico, dato che abbiamo acquisito più fluidità e dinamica. O perlomeno a noi sembra così».
La storia più interessante che avete raccontato (o curiosa, o strana…)?
«Abbiamo una pessima memoria, non ricordiamo sinceramente le cose più assurde. Le raccontiamo ogni giorno, è lo scopo del format. Potremmo parlare della tizia che si è sposata il lampadario, dei due russi che si sono sparati addosso dopo un litigio sul filosofo Kant, dell’elettrotecnico intervistato erroneamente dalla Bbc perché pensava fosse l’esperto di geologia che stavano attendendo… La storia più interessante forse è quando Beppe e Alessandro hanno seriamente litigato mentre stavamo registrando (la realtà è Alessandro che si è scaldato sulle provocazioni di Beppe) ed è finito a schifio. Abbiamo lasciato tutto e messo qualche bip. Alessandro immediatamente dopo la registrazione aveva una seduta con la sua psicologa e diciamo che è arrivato bello caldo. Poi si sono chiariti e amici come prima. Questo è Brutto».
Che podcast ascoltate/consigliate?
«Ale adora Broncio, peccato esca così poche volte. Riccardo ama Altri Orienti. Andrea tifa e consiglia C’è vita nel grande nulla agricolo del nostro amico Faina. E Beppe non ne ha uno preferito, ma nel dubbio si sente di consigliare Jonathan Zenti».
Come vi immaginate il vostro ascoltatore medio?
«Innanzitutto, dai dati, vediamo che gli ascoltatori sono giovani, dai 25 ai 35 e questa cosa ci rende felici. E vediamo anche che il pubblico femminile è molto alto. Non ricordiamo le esatte proporzioni, e non è scontato. Siamo tre uomini e odiamo il patriarcato e le sue intossicazioni: ci fa piacere che il pubblico femminile ci segua. Come ce li immaginiamo? Brutti e belli. Come noi. Amiamo ognuno dei nostri ascoltatori/ascoltatrici».
Progetti per il futuro?
«Siamo appena usciti con le magliette che trovate nel nostro shop. E per il futuro stiamo preparando qualcosa di figo per la millesima puntata. State sintonizzati. Sarà un esperimento e vediamo se non avrà una regolarità. Non vi diciamo nulla, seguiteci e lo scoprirete. Infine però ci teniamo a sottolineare che Brutto deve rimanere così com’è. Come fu la prima puntata. Cinque minuti brutti, sulla notizia del giorno, nulla più. Al massimo possiamo pensare in futuro qualche ospite qua e là. Ma non vogliamo abusarne. Ringraziamo infine qualche guest star: Gaia Grassi che nell’agosto del 2022 ci ha aiutato a co condurre brutto perché eravamo un po’ in giro per il mondo e serviva una nobile sostituzione; e last but not least Claudia Schiattone, ospite qualche puntata fa, è la voce ufficiale della sigla».
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