Numero del 20 giugno

PODCAST

  • «La memoria è una faccenda complicata, è imparentata con la verità ma non è la sua gemella», scrisse Barbara Kingsolver, scrittrice statunitense.

    A Emilio Targia piace pensare che il destino di quella frase si possa sovvertire e che, almeno nel caso dell’Heysel, la memoria possa diventare sorella della verità, per fare immaginare il dolore, creare gli anticorpi contro la manipolazione e la strumentalizzazione.
    Il 29 maggio 1985, quando 39 tifosi juventini morirono nella calca generata dalle cariche degli hooligan del Liverpool, Emilio Targia si trovava proprio allo stadio Heysel di Bruxelles, per assistere alla finale della Coppa dei Campioni. Targia, che allora era un ventenne con il sogno di diventare giornalista, era andato allo stadio con un registratore e una cinepresa.

    Nei quattro atti di Dentro l’Heysel (Il Sogno, Il Viaggio, Lo Stadio, Il Ritorno), è esattamente là che ci porta Targia (il podcast, di Mondadori Studios, è sulle principali app d’ascolto gratuite). La sensazione, anche grazie all’inserimento di alcune delle registrazioni realizzate dal giornalista stesso all’epoca, è di viaggiare in una specie di emozionante macchina del tempo.
    Ascoltiamo e all’improvviso anche noi non vediamo l’ora di andare a vedere Juventus-Liverpool, anche noi ci scontriamo con l’assurdo, anche noi diventiamo «zombie che camminano sulle macerie di un sogno», anche noi ci indignamo per la memoria infangata.

    Emilio Targia, il 30 maggio 1985, mentre depone fiori sulle gradinate dell’Heysel

    📍 A proposito di tragedie dimenticate, consiglio moltissimo anche Il tramonto a mezzanotte, audiodocumentario di Audio Tales narrato da Giovanni Savarese, che lo ha scritto con Paolo Buzzone. I due giornalisti sono andati a Viareggio, nei posti della strage della notte del 29 giugno 2009, quando l’esplosione seguita al deragliamento di un treno carico di Gpl provocò 32 morti e svariati feriti. E, attraverso i racconti dei superstiti e dei famigliari dei morti, ci hanno fatto rivivere quell’inferno.

  • Valerio Nicolosi è un giornalista con un grande spessore umano oltre che professionale. E questo spessore si sente benissimo anche nei suoi lavori audio. Vale pure per Borena – La terra senza pioggia, reportage dedicato proprio a questa regione dell’Etiopia che si trova al sud del Paese, al confine con il Kenya.
    Qui la popolazione tradizionalmente viveva di pastorizia e agricoltura. Ma oggi, dopo anni senza pioggia, gli abitanti si sono trasformati in profughi interni: molti per trovare una goccia d’acqua percorrono chilometri e chilometri ogni giorno.
    Nicolosi attraversa fiumi e laghi ormai prosciugati (il caldo è così atroce che ogni tanto fa spegnere i microfoni), incontra persone che stanno letteralmente morendo di sete (eppure l’acqua da qualche parte c’è: c’è, per esempio, nel pozzo da 40 mila litri in mano a un privato). Intanto racconta, analizza. Ci mostra con la voce quello che vede, e che noi così vediamo a nostra volta.
    È un paesaggio straziato quello che ci troviamo davanti. Migliaia di uomini, donne e bambini pelle e ossa. Nicolosi ci gioca con i bambini. Gioca, e intanto pensa a suo figlio lontano, al sicuro, in Italia.
    Chi ci pensa ai bambini della comunità di Borena, invece? Ci pensa, per esempio, Cesvi, l’organizzazione umanitaria che ha prodotto questo podcast in sei puntate. Lo ha fatto insieme a LifeGate: il tocco magico di Marco Rip e Giacomo De Poli è inconfondibile. Menzione speciale per la musica della siglia.

    📍 Altro bel lavoro di reportage audio uscito nelle settimane scorse: Sei città di Valerio Millefoglie (prodotto da Storie Libere per BPER Banca con Gruppo Abele). Un diario di viaggio sonoro attraverso le periferie di sei città italiane e le voci dei ragazzi e ragazze che le abitano.

  • Se come me hai amato Io ero il milanese, probabilmente ti piacerà anche 24 Passi – La Paloma Bianca. Il protagonista di questa storia si chiama Fabrizio Maiello, nato in provincia di Monza nel 1963.
    Da ragazzo Maiello è un cosiddetto cattivo studente, ma ha una grande passione: il calcio. Lì sì che è bravo, un vero talento. Finché a 17 anni non si rompe un ginocchio, entra nel giro dei giovani delinquenti del suo quartiere e finisce in una spirale criminale fatta di rapine, sparatorie, fughe e spaccio (nel 1994 tentò anche di sequestrare Gianfranco Zola, allora stella del Parma). Passa dalle carceri agli ospedali psichiatrici giudiziari. È proprio in un opg che rinizia a giocare a calcio. E, come rimette piede al pallone, tutto cambia.
    All’incredibile parabola di vita del “Maradona delle carceri” sono appunto dedicati gli otto episodi di 24 Passi. I racconti di Maiello si alternano alla narrazione di Valentina Poddighe, host e autrice del podcast. Che bello trovare produzioni indipendenti di così alta qualità.
    📍 Chissà cosa sarebbe successo a Maiello se ai suoi tempi fosse esistita l’associazione Kayrós, comunità di accoglienza per minori in difficoltà fondata nel 2000 da don Claudio Burgio, a Lambrate. La giornalista Gabriella Simoni per parecchio tempo ha frequentato la comunità e i ragazzi che la abitano. Il risultato, prodotto da Chora Media, è Quei cattivi ragazzi.

🌿 Tra gli innumerevoli podcast usciti nelle ultime settimane ti consiglio di non perderti anche Sulla nostalgia (solo due parole: Sara Poma 💛), Zerocalcare, tra virgolette (bella intervista di Luca Sofri al fumettista, da cui emerge tutto il tenero disagio esistenziale di quest’ultimo), Astrofisica per ansiosi (forse ancora più bello del libro di Licia Troisi a cui è ispirato) e Sopravvissuti (sulle storie di persone sopravvisute ad attentati).

👂 Qui puoi segnalare nuovi podcast che hai ascoltato o che stai per lanciare.


AUDIOLIBRI

  • Neige Sinno ha raccontato l’indicibile: la violenza sessuale subita da bambina da parte del patrigno. Con quel racconto coraggioso ha da poco vinto il premio Strega europeo. Il libro s’intitola Triste Tigre: un omaggio a Tigre, Tigre! di Margaux Fragoso, altra storia di incesto, pedofilia e stupro. È un racconto crudo, spietato. È, come scrive la stessa Sinno, il ritratto del suo stupratore. È un’indagine sul male, il male fatto e subito. Nell’audiolibro della versione italiana del libro (il libro è di Neri Pozza, l’audiolibro di Emons per Audible) a dare voce a Sinno è Valentina Bellè, brava attrice ed efficacissima qui come narratrice.
  • Anche L’ombra del vulcano di Marco Rossari ha un legame profondo con un altro libro. È Sotto il vulcano di Malcolm Lowry, la cosiddetta divina commedia messicana. Nell’estate in cui ha perso un grande amore, al protagonista de L’ombra del vulcano – alter ego di Rossari – è affidata un’impresa colossale: fare una nuova traduzione in italiano del romanzo di Lowry, la storia autodistruttiva di un ex console britannico di stanza in una città immaginaria del Messico. Si crea così un intrigante gioco di specchi tra il Rossari autore, il suo alter ego narrativo, Lowry e l’ex console. Gioco di specchi in cui, nell’audiolibro Einaudi (lo trovi sulle principali app d’ascolto), si aggiunge un livello in più, quello del Rossari narratore.
  • Se Rossari e il suo alter ego nel Messico di Lowry ci vanno solo con la fantasia, a Tokyo Laura Imai Messina ci è andata davvero. La sua idea era di trascorrerci qualche tempo per studiare. Invece, dopo quasi 20 anni è ancora lì. A Tokyo e in generale in Giappone sono ambientati tutti i romanzi di Laura Imai Messina. Tokyo tutto l’anno però non è un romanzo: è una lettera d’amore a una metropoli che, parole della scrittrice (anche narratrice dell’audiolibro Einaudi), sembra in uno stato di infanzia perenne.

    Da quando sono arrivata percepisco la metamorfosi ininterrotta di questa città. Da bruco a farfalla, da farfalla a rondine, da rondine a sasso, da sasso a palazzo, da palazzo a bosco, da bosco a…

    Laura Imai Messina racconta la città e si racconta in rapporto ad essa, ne scava nella lingua, dipinge paesaggi con le parole. E noi, appesi a queste parole, passeggiamo per Tokyo con lei, mese dopo mese, e vediamo la metropoli prendere forme sempre diverse.

    Le illustrazioni di “Tokyo tutto l’anno” sono opera di Igort, pseudonimo di Igor Tuveri, fumettista e sceneggiatore sardo
    🌿 Aggiungo due ultimissimi consigli d’ascolto ancora: I giorni di vetro di Nicoletta Verna, meraviglioso romanzo meravigliosamente letto da Gaia Nanni, e Adalaida di Adrián N. Bravi, sulla storia della coraggiosa artista argentina Adelaida Gigli (legge Elena Scalet).

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