All’interno dei videogiochi l’audio assume spesso il ruolo di semplice accompagnamento, niente più che uno sfondo, come la musica che (non) ascoltiamo negli ascensori. In fondo è più facile e veloce giudicare l’aspetto visivo, lo facciamo addirittura con le copertine dei libri. Perché con un videogioco dovremmo comportarci diversamente?
Qualcuno per fortuna la pensa in maniera diversa. Esiste una frontiera quasi sconosciuta di videogiochi che mettono al cuore del proprio gameplay meccaniche basate sull’ascolto, sulla voce, sull’interazione sonora. Grazie alle proprie orecchie, il giocatore percepisce e interpreta il mondo virtuale in cui è immerso. Sono giochi strani e affascinanti che offrono un’esperienza diversa dai generi classici e meritano più attenzione di quella che ricevono solitamente. Vediamone insieme alcuni tra i più interessanti.
The Vale (e A western Drama)
Partiamo dal mondo di The Vale, un’avventura medievale basata esclusivamente sul sonoro. Il gioco ci mette nei panni della secondogenita del re, non vedente dalla nascita, che alla morte del padre parte per un viaggio. Gli eventi presto precipitano, la sua carrozza viene attaccata e ci ritroviamo da soli, costretti a sfruttare il gorgogliare di un fiume o il verso di un animale come riferimento spaziale. Pian piano, sempre basandoci sul nostro udito, impareremo a muoverci e a combattere.
The Vale è in grado di creare un ambiente vibrante e dettagliato utilizzando solamente l’audio: dall’agitarsi delle foglie ai colpi di un fabbro sull’incudine, tutto viene collocato nel mondo di gioco con grande precisione grazie all’uso del sonoro spaziale. Ogni rumore permette al giocatore di percepire le distanze e gli garantisce la capacità di orientarsi, come fosse dotato di una bussola. Un colpo di tosse, ad esempio, può rivelare la presenza di un nemico, consentendogli di prepararsi per il combattimento; allo stesso modo la staffilata di un fendente indicherà il momento giusto per parare o la direzione verso cui colpire.
L’immersione uditiva offerta da The Vale è straordinaria. La colonna sonora si adatta alle diverse situazioni e crea atmosfere suggestive, amplificando l’emotività delle scene. Ogni luogo ha una particolare ambientazione audio e tutti i personaggi sono dotati di una voce unica e riconoscibile. La loro buona caratterizzazione rende i dialoghi uno degli aspetti più coinvolgenti del gioco.
The Vale inoltre è un’esperienza inclusiva per i giocatori con disabilità visive perché permette di vivere l’avventura basandosi completamente sull’udito. Anche i menù vengono letti ad alta voce spiegando le varie opzioni e consentendo di selezionare quella desiderata o di tornare indietro. Dall’inizio alla fine del gioco non si ha alcuna necessità di guardare lo schermo, sul quale viene rappresentato soltanto una sorta di pulviscolo sospeso nell’aria che si muove in accordo con i nostri spostamenti e che cambia di colore in base alle situazioni.
Forse l’unico limite può essere la lingua: The Vale al momento non è localizzato in italiano e l’inglese, sebbene la recitazione sia buona e la pronuncia molto chiara e comprensibile, potrebbe essere uno scoglio visto che rappresenta l’unico canale di interazione. Se questo per te non è un problema, armati di un paio di cuffie e goditi al cento per cento questa magnifica avventura. The Vale è disponibile per pc Windows e Xbox.
Prima di passare al prossimo titolo segnalo un gioco con meccaniche simili a The Vale ma completamente in italiano e disponibile su molte più piattaforme (oltre a pc Windows e Xbox, si può scaricare per Switch, Android tramite Google Play, iOs e MacOs tramite App store). Sto parlando di A western drama, avventura audio ambientata – come è intuibile dal titolo – tra saloon, diligenze e sparatorie. La recitazione purtroppo ha una qualità inferiore a The Vale e rasenta il livello “telenovela di Mai dire tv”, ma la lingua lo rende di sicuro più accessibile. Può rappresentare una buona alternativa se per te l’inglese è un ostacolo insormontabile e cerchi un prodotto che possa essere giocato senza richiedere nient’altro che l’udito.
Stifled
Passiamo a un genere completamente differente: l’horror. Un horror in cui il suono sarà in grado di salvarti la vita.
Il protagonista di Stifled si risveglia nel letto di casa, in quello che però sembra essere il prolungamento di uno strano sogno. Il gioco è in prima persona e vagando per gli ambienti scoprirai dettagli sulla tua vita e sulla tua compagna, che ogni tanto riuscirai a intravedere, senza però essere mai in grado di incontrarla. Questa piccola introduzione onirica, che serve anche a farci impratichire con i controlli, lascerà presto spazio (senza spoilerare nulla della trama) a un’ambientazione più cupa e pericolosa: un bosco notturno in cui si è costretti ad addentrarsi.
La grafica di Stifled è minimalista ma efficace. Il mondo è presentato in scala di grigi, gli oggetti sono disegnati tratteggiando solo i contorni e pochi elementi di colore distinguono gli oggetti interattivi dagli altri. Questa scelta stilistica contribuisce ad aumentare la sensazione di isolamento e paura, facendo leva su una percezione visiva limitata.
Il mondo di Stifled infatti si rivela attraverso un sistema di ecolocalizzazione. In parole più semplici: il giocatore può emettere suoni utilizzando il microfono, ad esempio parlando o tossendo, oppure facendo rumore utilizzando oggetti in-game. Ogni suono prodotto viene visualizzato come un impulso sonar che rivela temporaneamente gli oggetti e l’architettura circostanti. Se fossi un pipistrello probabilmente questo sistema non ti sembrerebbe così originale.
Scoprire in questo modo le ambientazioni oscure di Stifled crea una sensazione parallela di inquietudine e curiosità. Presto infatti diventerà chiaro che i suoni che produci potrebbero attirare le creature spaventose che si nascondono nel buio. Questa tensione costante tra la necessità di emettere suoni per progredire e il timore di essere scoperti rende ogni momento del gameplay avvincente e carico di suspense. Inoltre usare la propria voce per esplorare il mondo e al tempo stesso esporsi a un possibile pericolo crea una connessione diretta tra il giocatore e il personaggio virtuale che ha un forte impatto emotivo.
Stifled è una perfetta fusione tra interazione audio, esplorazione e sopravvivenza che mette alla prova i nervi dei giocatori costretti a sussurrare nel buio. Consigliatissimo per chi ama la tensione e la paura. Si trova su Playstation e pc Windows. E se per caso hai un visore per la realtà virtuale (il gioco è compatibile con SteamVR e Oculus) non farti scappare la possibilità di immergerti totalmente nel nero mondo di questa avventura.
Wandersong
Con Wandersong torniamo a un genere più classico, quasi storico: il platform. Ma prima di immaginare un gioco stile Super Mario sappi che il protagonista è un bardo la cui unica capacità è quella di intonare le note musicali.
La premessa narrativa è molto tradizionale: il mondo sta per essere distrutto e sostituito con uno nuovo. Almeno questo è quello che dice una strana divinità all’inizio del gioco. Il problema è che il nostro personaggio non è un eroe d’azione e nella scena introduttiva il suo tentativo di usare una spada fallisce miseramente. Come potrà allora aiutare gli abitanti del villaggio e salvare l’intero mondo?
Il bardo dovrà utilizzare il canto per interagire con l’ambiente e risolvere gli enigmi che incontrerà sul cammino. Ogni direzione della levetta del joypad corrisponde a una nota musicale diversa e consente al giocatore di creare melodie con cui manipolare l’ambiente. La semplicità del sistema di controllo rende il gioco accessibile anche a chi non ha alcuna esperienza musicale, offrendo comunque una sensazione di grande partecipazione. E sempre sul fronte della difficoltà, sia gli scontri, sia gli enigmi sono estremamente tolleranti nei confronti del giocatore che potrà ripetere e correggersi senza paura di incappare in qualche improvviso game over.
Il gioco affronta temi come l’amicizia, la scoperta di sé e l’impatto positivo che ognuno di noi può avere sul mondo. La grafica è molto semplice, quasi un collage di pezzetti di carta, ma è colorata, vivace e tutto si muove a ritmo della musica e del canto. Wandersong riesce a trasmettere un messaggio di speranza e fa sentire il giocatore felice e ispirato, capace di un atteggiamento positivo anche di fronte alle avversità. È l’ideale per un genitore che voglia far vivere un’esperienza divertente e stimolante al proprio figlio, senza cadere nei soliti cliché o in dinamiche troppo competitive. Il gioco è solo in inglese, ma i dialoghi sono testuali e non particolarmente difficili. Wandersong è disponibile su Switch, Playstation, Xbox, Microsoft Windows e MacOs.
Unheard
Finiamo questa carrellata trasformandoci in investigatori, ma non investigatori qualunque: saremo detective acustici. Il significato di questa definizione è molto semplice: in Unheard riceviamo l’incarico di indagare su alcuni casi misteriosi (si comincia da un furto per arrivare a situazioni più complesse e pericolose) e gli unici strumenti che avremo a disposizione per risolverli saranno una planimetria della scena del crimine e la nostra capacità di ascolto.
All’inizio di ogni caso ci troviamo infatti davanti a una mappa caratterizzata da un design minimalista e pulito, su cui sono raffigurati gli ambienti e su cui vengono segnalati gli spostamenti delle persone coinvolte. Le scene del crimine comprendono sempre varie stanze e numerosi personaggi e questo significa che spesso le registrazioni audio si sovrappongono temporalmente perché gli eventi accadono nello stesso momento. Saremo noi a dare priorità a un dialogo piuttosto che a un altro. Se ci trovassimo per esempio ad assistere a una discussione tra un dirigente e un impiegato, potremmo poi decidere di restare all’interno dell’ufficio (per cogliere magari la sua successiva telefonata o un commento con la segretaria) e soltanto dopo riavvolgere il nastro per scoprire dov’è andato l’impiegato dopo il litigio e con chi ne ha parlato.
Questo metodo di indagine può risultare sfidante all’inizio, ma presto si trasforma in una meccanica di gioco molto coinvolgente che ci spinge a riconoscere le voci, identificare i personaggi coinvolti, seguire i fili della discussione e connettere gli indizi per ricostruire l’intera sequenza di avvenimenti.
Uno degli aspetti più riusciti di Unheard è la sua profondità narrativa. La capacità di ascoltare in modo attento e attivo è essenziale per comprendere appieno ogni sfaccettatura della trama, e ciò crea un senso di soddisfazione quando i pezzi del puzzle si incastrano insieme. Ogni caso offre una storia unica con personaggi ben sviluppati e dettagliati. Man mano che si procede, però, il mistero diventa più ampio, e spontaneamente il nostro cervello collega dettagli e indizi che portano a scoprire un filo conduttore più generale.
La recitazione (in inglese) è di alto livello e il gioco è disponibile per tutte le principali console e sistemi operativi pc Windows e Mac. Se ti piace l’idea di risolvere un labirinto di voci, di cogliere ogni indizio, sfumatura vocale o suono di sottofondo, Unheard è un gioco che ti darà grandi soddisfazioni.
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Il sonoro nei videogiochi può sembrare un elemento di corredo, ma come dimostrano questi cinque titoli può essere invece la base su cui fondare un’esperienza completamente nuova. Abbiamo cercato di presentare giochi con gameplay molto diversi gli uni dagli altri e quindi siamo certi che con una scelta così ricca ne troverai uno in grado di accendere la tua curiosità. Anche perché, per chi come noi è appassionato di storie e di memorie tramandate oralmente, esistono sicuramente molti mondi ancora da scoprire.
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