Bank Station è nato a inizio 2020 in un appartamento di Londra, quello che condividevo con Giammarco Miani. Allora lavoravamo entrambi come analisti nella City. Avevamo in mente di colmare il divario tra i giornali economico-finanziari, rivolti per lo più agli addetti ai lavori, e le persone senza competenze pregresse che desiderassero imparare qualcosa in più sull’economia e sulla finanza. Da avidi ascoltatori di podcast e radio quali siamo, non abbiamo avuto dubbi su quale potesse essere la nostra weapon of choice.

Per diverso tempo abbiamo registrato gli episodi sotto le coperte, per avere una parvenza di insonorizzazione. Dedicavamo al progetto il tempo che riuscivamo a strappare al lavoro e, soprattutto, al sonno. Nonostante le difficoltà, il podcast ha trovato subito una certa notorietà nella nicchia di appassionati di economia e finanza. Gli episodi raccontano i più importanti avvenimenti della storia e dell’attualità economico-finanziaria – dal fallimento di Enron nel 2001 all’ascesa dei fondi passivi nel panorama finanziario globale.

Nell’estate 2020 ho proposto a Giammarco di licenziarci e buttarci a tempo pieno su Bank Station. Giammarco non se l’è sentita. Anziché licenziarmi ho ampliato il team arruolando Gaia Geraci, una mia ex compagna di università a Londra e grande fan del progetto. Gaia è stata scrittrice e voce del podcast insieme a me e Giammarco fino alla scorsa estate. Poi, per motivi di lavoro, ha dovuto abbandonare il progetto.

Anche grazie al successo della pagina Instagram (abbiamo circa 13,700 follower al momento), l’audience del podcast è cresciuta rapidamente. Abbiamo visto che, nonostante la lunghezza degli episodi stesse aumentando, gli ascoltatori arrivavano fino alla fine. Questo ci ha permesso di fare episodi sempre più lunghi e di trattare temi sempre più complessi, come il mark-to-market accounting o le vendite di azioni allo scoperto. Oltre alla qualità dei contenuti abbiamo investito anche sulla qualità dell’audio: da un anno collaboriamo con Andrea Roccabella (tecnico del suono e sound designer di Radio 24), che cura la parte di sound design dei nostri podcast.

Qualche mese fa ho ripreso i contatti con due vecchi amici, Marco Tedeschi e Luca Dann, per coinvolgerli nel progetto. Il primo è uno strategist di Accenture, mentre il secondo è (o meglio, era) un consulente a Deloitte con cui spesso condividevo il viaggio in treno durante gli anni da pendolari tra Ferrara e l’università di Bologna.

Il primo ottobre mi sono licenziato dalla investment bank per cui lavoravo, e Luca ha fatto lo stesso qualche settimana dopo. Presto le cose hanno iniziato ad andare molto bene. Una banca, Emil Banca, ci ha messo a disposizione uno spazio a Bologna dove abbiamo costruito uno studio di registrazione. Siamo entrati nella top 200 di Spotify e abbiamo ingaggiato un social media manager, Vincenzo Malinconico.

Abbiamo un sacco di idee per il futuro. Vogliamo creare delle guide all’ascolto e aprire un canale Twitch per fare registrazioni live dei nostri podcast e usare TikTok e i Reel per insegnare la finanza personale (come si apre un conto corrente e come sceglierlo, quali sono le differenze tra carta di credito e bancomat, etc…).

Ma per il momento procederemo lentamente, seguendo l’approccio quality over speed.

 

Da in alto a sinistra procedendo in senso orario: Marco Tedesco (28 anni), Francesco Namari (26), Luca Dann (28) e Andrea Roccabella (31)

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