Per la rubrica mensile “The Spreaker Dispatch”, questa volta abbiamo intervistato Giulia Morelli, Maria Lucia Schito e Silvia Scognamiglio, autrici e voci di Mis(S)conosciute – scrittrici tra parentesi, parte del programma Spreaker Prime. L’obiettivo del progetto, che include anche una newsletter e un libro, è raccontare la vita e l’opera di alcune scrittrici non particolarmente note nel modo in cui lo farebbero loro.
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Raccontateci come è nata l’idea del podcast.
«Dobbiamo premettere che siamo coetanee, e tutte e tre con studi letterari alle spalle, ma veniamo da città ed esperienze abbastanza diverse e ci siamo conosciute sul posto di lavoro. L’idea è nata nel 2018 durante vari lunghi “aperitivi del lamento”, in cui – insieme a una quarta amica – ragionavamo su quanto la nostra dimensione lavorativa fosse frustrante e quanto avessimo bisogno di un progetto creativo da gestire in autonomia, coi nostri tempi e alle nostre regole. Il podcast ci sembrava un mezzo congeniale, soprattutto alla nostra non-volontà di mostrarci; all’epoca ne ascoltavamo già parecchi e quasi tutti in lingua inglese. Siccome l’altro argomento di discussione spesso erano libri, spesso scritti da donne, spesso con sgomento per la loro assenza dai programmi scolastici e dagli scaffali, fare 2+2 alla fine è stato facile».
Cosa pensate di Spreaker e del programma Prime?
«Spreaker è una piattaforma completa e facile da gestire anche per chi è alle prime armi. Il programma Prime è un sostegno importante per chi si autoproduce, come noi, e la possibilità di consultazione di un’ampia varietà di statistiche ci aiuta a conoscere le abitudini di ascolto di chi ci segue, per aggiustare il tiro all’occorrenza».
Com’è composto il team che si occupa del podcast?
«Siamo une e trine e facciamo tutto in sinergia; anche se Silvia e Giulia si focalizzano più sulla scrittura e Maria Lucia sul montaggio e sulla sonorizzazione ogni singolo passaggio del lavoro è discusso insieme, e questo per noi è un arricchimento importante. Ci avvaliamo poi dell’aiuto di alcuni amici per aspetti “tangenti”: Alessandra Masi e Lorenzo Cerone per le letture, Monica Lasagni per le illustrazioni, gli Shijo X per la sigla, Marco Bosco, Giulia Zaniboni e Gianluca D’Amico Parra per gli interventi musicali, Steven Bradbury per il mix audio».
Quale pensate sarà il futuro dei podcast? Che evoluzione avete previsto per il vostro?
«Per quanto riguarda Mis(S)conosciute, data la sua natura un po’ anarchica, stiamo cercando di costringerci a strutturare la produzione in modo da registrare e rilasciare qualche puntata in più all’anno, con un minimo di regolarità. Non è facile dati i mille progetti che portiamo avanti contemporaneamente, ma confidiamo di riuscirci. Per il futuro del podcast in generale, più che una previsione abbiamo una speranza: che aumentino i contenuti di qualità, perché ci sono in giro un sacco di cose interessanti e piacevoli da ascoltare ma anche tanta robaccia, scritta male e registrata peggio».
La storia più interessante, curiosa o strana che avete raccontato?
«Ovviamente se raccontiamo una storia pensiamo sempre che ne valga la pena! Che sia quella di una contadina semianalfabeta che ha scritto t’amo su un lenzuolo (Clelia Marchi), o quella di due sorelle della Milano bene che negli anni Sessanta si inventano un serial killer disegnato (Angela e Luciana Giussani), oppure quella di una giovanissima drammaturga capace di rivoluzionare il teatro contemporaneo con sole cinque opere (Sarah Kane). Ma le storie che per noi si sono rivelate più sorprendenti sono forse quelle che stiamo raccontando da tre anni a questa parte (abbiamo iniziato nel 2020 su Instagram) nella Staffetta Partigiana, che esce ogni 25 aprile. Perché il ruolo delle donne nella Resistenza è un grande rimosso culturale che ogni anno cerchiamo di erodere un pochino riportando all’attenzione di tutti le vicende e le opere di partigiane-scrittrici, alcune note, altre insospettabili, e lo facciamo tentando di coinvolgere nel racconto altre donne – finora Laura Cleri, Gioia Battista, Paola Minaccioni, Alessandra Masi, Valeria Palumbo, Emmanuela Carbè, Silvia Ballestra (e Sara Loreni che ci ha regalato una bellissima versione di Bella Ciao), e speriamo che la lista si allunghi ancora».
Che podcast ascoltate/consigliate?
«Iniziamo con le ovvietà: Problemi di Jonathan Zenti, Altri orienti di Simone Pieranni, Morning di Francesco Costa, Indagini di Stefano Nazzi e Camposanto di Giulia Depentor. Tutto quello che esce dalle mani e dai microfoni di Sara Poma e Roberta Lippi. Poi, Slow Burn, Bot Love, che esplora le relazioni tra esseri umani e intelligenze artificiali, e The great women artists di Katy Hessel. Recentemente, tenendo vari corsi, ci siamo accorte di quante belle idee indipendenti circolino là fuori, e ci piacerebbe che molte diventassero podcast fatti e finiti da ascoltare».
Come vi immaginate il vostro ascoltatore medio?
«La nostra ascoltatrice media, intendi! Sicuramente è donna, diciamo tra i 25 e i 45, amante della lettura e della letteratura, curiosa, con ideali femministi e di giustizia sociale».
Progetti per il futuro?
«In questi quattro anni il podcast è “gemmato” in vari progetti paralleli: una newsletter, una pagina Instagram, un libro (L’esile penna, che parla di Fabrizia Ramondino, una delle prime autrici che abbiamo raccontato), corsi dentro e fuori le scuole e tantissime occasioni di incontro. Sicuramente vorremmo portare sempre di più Mis(S)conosciute dai ragazzi, lo abbiamo già fatto in passato e abbiamo avuto ottimi feedback. Ma soprattutto vorremmo rendere tutto questo più sostenibile: abbiamo tante idee e poco tempo per realizzarle».
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