Video podcast, or not video podcast?
- Spotify ha comunicato che oggi ospita oltre 100.000 video podcast, il maggior numero negli Stati Uniti, in Brasile, Messico, Regno Unito e Germania. I video podcast rappresentano meno del 2% del catalogo totale di podcast della piattaforma. Interessante il caso delle Filippine: lì i video podcast rappresentano la metà dei podcast ascoltati.
- Spotify inoltre sta valutando la possibilità di aggiungere video musicali integrali, così da competere in modo ancora più aggressivo con YouTube e TikTok. La società consente già agli artisti di caricare video di pochi secondi.
- L’Indie Pod Manifesto di The Podcast Host riferisce però che due terzi dei podcaster statunitensi non registrano un video per i loro podcast (anche se il 18% ha in programma di farlo).
- D’altra parte, secondo il report di Morning Consult “The State of Media & Entertainment Report” il 17% delle persone della Gen Z negli Usa ha guardato un video podcast su base quotidiana, contro il 12% che ha ascoltato un podcast ogni giorno.
Intanto cresce l’interesse per YouTube, ma…
- Sono sempre di più le aziende attive nel settore dei podcast che guardano anche a YouTube. Veritonic, piattaforma statunitense di ricerca e analisi audio, ha introdotto da pochissimo uno strumento per misurare l’impatto del traffico proveniente dalla piattaforma di Google.
- Da un rapporto della società di ricerche pubblicitarie Adalytics è emerso però che circa l’80% degli annunci video TrueView di Google, ossia la tipologia di annunci usata su YouTube e su moltissime altre piattaforme, non soddisfa gli standard di qualità di Google stessa.
Pur sempre meglio di Twitter
Proprio YouTube ha sospeso per una settimana il podcast comico This Past Weekend di Theo Von, dopo la pubblicazione di un episodio con contenuti antisemiti. Von allora ha pubblicato la puntata in questione su Twitter, dove in pochi giorni ha ottenuto più di 70 milioni di visualizzazioni.
App e abbonamenti: tra sfide e opportunità
- In Spagna Sonora, tra le principali case di produzione di podcast del Paese (nel 2022 ha pubblicato 84 serie audio), ha cambiato modello di business: se prima per accedere alla sua app e ai suoi contenuti, senza adv, era necessario pagare un abbonamento di 5 euro al mese, ora tutti i titoli sono disponibili gratuitamente e prevedono inserzioni pubblicitarie.
- Uno studio dell’Observatorio Nebrija del Español dell’Università Nebrija di Madrid ha esaminato 263 podcast originali pubblicati lo scorso anno in Spagna da Amazon Music, Audible, Cuonda, iVoox, Podimo, Podium Podcast, Sonora e Spotify. Lo studio ha rilevato che il 68% dei podcast era disponibile solo con un abbonamento a pagamento.
- Intanto sempre in Spagna è nata RTVE Audio, piattaforma digitale che raccoglie tutta l’offerta audio (programmi radio e podcast) della Radio Televisión Española.
- Mentre è arrivata la chiusura definitiva di Audm, l’app di audio articoli acquistata dal New York Times nel marzo 2020. Il relativo sito web rimanda ora a una promozione dell’app New York Times Audio.
- Su Bloomberg Ashley Carman ha commentato la chiusura di Stitcher, l’app per podcast di SiriusXM fondata nel 2007 (qui puoi leggere la sua storia), per favorire l’app principale di Sirius stessa:
La scomparsa dell’app mi fa pensare a quanto sia fattibile il lancio di una nuova app di ascolto, sia per la musica sia per i podcast. […] Il consolidamento di Stitcher in un’app più grande è un segno dei tempi: le grandi aziende acquistano le imprese più piccole e queste ultime hanno bisogno di una società madre più grande per sopravvivere.
- Carman ha anche raccontato i motivi della scomparsa del nuovo album del duo Black Star da Luminary. No Fear of Time era approdato sull’app per podcast nel maggio 2022. L’album si può ora acquistare su un altro servizio, Bandcamp. Il duo ha spiegato che l’accordo prevedeva che Luminary avesse l’album in esclusiva per tre mesi, anche se è rimasto lì per oltre un anno. I fan che avevano pagato l’abbonamento annuale a Luminary per ascoltare No Fear of Time hanno protestato.
I brand e gli annunci podcast: una relazione (ancora) fumosa
- Lo studio “The Podcast Opportunity” di Sounds Profitable, basato su interviste a quasi 300 acquirenti di pubblicità negli Usa, rileva che il motivo principale per cui non vengono acquistati annunci podcast è la mancanza di richiesta da parte dei brand. Il commento di Tom Webster, che ha realizzato lo studio:
Molti brand marketer semplicemente non sono consapevoli dei progressi che la tecnologia del podcasting ha fatto negli ultimi cinque anni, in particolare per quanto riguarda il targeting e la misurazione.
- Secondo un’indagine di Borrell Associates però il 53% delle agenzie pubblicitarie riscontra un crescente interesse per lo streaming audio tra i propri clienti.
- Inoltre, stando a un sondaggio di Acast l’81% degli ascoltatori di podcast in Spagna ha scoperto nuovi brand grazie agli annunci dei podcast.
Il valore del mercato in Europa
Un report di Technavio prevede che le dimensioni del mercato del podcast in Europa tra il 2023 e il 2027 cresceranno a un tasso composito del 27,5%, arrivando a superare gli 1,1 miliardi di dollari.
Diminuisce il numero di podcast (anche dei “podcast fantasma”)
Al tempo stesso i dati di Listen Notes dicono che a giugno è stato prodotto il minor numero di podcast del 2023. Si registra una netta diminuzione anche per quanto riguarda il numero dei “tentativi di podcast”, ossia podcast abbandonati dopo pochi episodi.
Gli accordi tra società
- Lea Pictures, società di produzione dell’attore e regista Bradley Cooper, ha firmato un accordo pluriennale con la divisione podcast di iHeartMedia per produrre serie audio in cui «persone reali raccontano storie reali».
- La società di podcast Lemonada Media ha stretto una partnership con José Andrés Media (JAM), piattaforma multimediale guidata dallo chef e ristoratore stellato José Andrés. Lemonada Media supervisionerà le vendite pubblicitarie e la distribuzione del portafoglio audio di JAM.
- Spotify ha stretto una partnership con Unicef che ha già portato alla creazione di alcune playlist con musica e contenuti parlati mirate a migliorare la salute mentale dei giovani e a un progetto di podcast a cui sta lavorando un gruppo di ragazzi ucraini e polacchi.
Fare podcast “stanca”
- Bowen Yang, comico del Saturday Night Live e co-conduttore del pluripremiato podcast comico Las Culturistas, ha annunciato che si prenderà una pausa dal podcast a causa dei «brutti attacchi di depersonalizzazione» che sta vivendo (la depersonalizzazione è un tipo di disturbo psicologico dissociativo che può comportare la sensazione di osservarsi dall’esterno del proprio corpo).
I podcast dei famosi
- Dopo la fine dell’accordo di esclusiva con Spotify, è tornato Where Should We Begin?, il podcast della celeberrima psicoterapeuta Esther Perel, questa volta con Vox Media.
- Bill Gates, fondatore di Microsoft, ha lanciato Unconfuse Me, podcast di interviste a persone esperte di temi che lo affascinano.
- George Osborne, la mente delle politiche di austerità dei conservatori in UK, e il suo (ex) storico rivale Ed Balls in autunno partiranno con un podcast sull’economia intitolato We’re frenemies.
- Sempre in autunno lo scrittore A.J. Jacobs inaugurerà con iHeartMedia un podcast quotidiano di enigmistica, The Puzzler.
- E a ottobre arriverà su Audible Third Eye, serie di fantascienza sceneggiata opera dall’attrice e autrice Felicia Day.
Generazioni a confronto
- DISQO ha pubblicato un report contenente i dati di oltre 17.000 ascoltatori di podcast. Spotify risulta la piattaforma di podcast preferita dai più giovani, mentre gli over 65 preferiscono Google Podcasts e Apple Podcasts (ma dopo la radio).
- Lo studio “Shear of Ear” di Edison Research, relativo agli Usa, mostra che i maggiori ascoltatori di podcast sono gli uomini fra i 25 e i 34 anni, mentre quelli che li ascoltano di meno sono gli uomini fra i 55 e i 64. Le donne tra i 18 e i 24 rappresentano invece lo zoccolo duro degli ascoltatori di audiolibri; il gruppo che li ascolta di meno sono gli uomini tra i 45 e i 54.
Intelligenza artificiale sì o no?
Gli ascoltatori di podcast sono interessati all’utilizzo dell’intelligenza artificiale per migliorare la qualità dell’esperienza di ascolto, abbattere le barriere linguistiche e migliorare la discoverability dei podcast. Lo dice una nuova ricerca di Acast.
Nuovi tool fighi
- Uno strumento per calcolare quanto puoi guadagnare con il tuo podcast.
- Un servizio per tradurre simultaneamente un audio o un video in oltre 60 lingue (grazie a Francesco per la segnalazione).
- Un plugin di Listen Notes per ChatGPT per scovare podcast in base a specifiche informazioni.
Suoni per dormire
- Musicisti e field recordist di tutto il mondo, fino a settembre avete l’occasione di contribuire a “Music for sleep”, progetto globale che mira a raccogliere composizioni pensate per indurre il sonno. Qui tutte le info.
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