Farete fatica a dedicare un tempo limitato della vostra giornata a Nero come l’anima. Venti gli episodi che compongono il nuovo lavoro firmato dallo scrittore Carlo Lucarelli e dallo psichiatra e criminologo Massimo Picozzi. Dopo aver indagato i crimini dell’era contemporanea (con Nero come il sangue che ha vinto nella categoria true crime agli Italian Podcast Awards), la nuova serie noir (Audible Original) racconta i più clamorosi delitti della storia moderna, muovendosi in un arco di tempo che va dalla Rivoluzione Industriale fino al Rinascimento. Ogni puntata è un viaggio nel tempo e nella mente criminale, tra follia e malvagità, attraverso il legame ogni volta unico fra l’assassino e la sua vittima.
Mi è piaciuto molto ascoltare anche Il gigante buono, e le altre bugie che ci raccontiamo (su Spotify e Apple Podcast), produzione originale Roger Podcast. Sono uscite le prime due puntate (in totale sono otto): si tratta del racconto, a metà fra il diario personale e la riflessione condivisa, del femminicidio di Elisa Pomarelli, avvenuto a Piacenza nell’estate del 2019. Narra l’attrice Letizia Bravi (autrice con Benedetta Drago e Alice Lo Presti), coetanea e concittadina di Elisa. La ricostruzione della vicenda è arricchita da interviste e testimonianze di amici e parenti della ragazza uccisa da Massimo Sebastiani. Un bel promemoria, questo podcast, per ricordarsi di «chiamare ossessione quello che altri hanno chiamato amore, e di chiamare assassino quello che altri hanno chiamato gigante buono».
Passando a temi più leggeri, non senza un interessante punto di vista sociologico, su Spotify c’è Non ci resta che Tinder, di Federico Tafuni. Le sue piacevoli chiacchierate con i giovani protagonisti di altrettante storie – Carola, Giorgia e Simone, animati da desideri, aspettative e timori – sono lo spunto per indagare il fenomeno delle app di dating (usate nel mondo da 250 milioni di persone) grazie anche agli interventi di Alberto Rossetti, psicoterapeuta e psicoanalista. Un equilibrio riuscito fra leggerezza e curiosità.
Tra gli altri podcast segnalo sulle app free Niente paura, c’è bolla di Piuculture (giovanissimi sia i protagonisti sia gli autori) dove si parla di adolescenza, toccando temi come l’apatia, l’inclusione, i sogni e la felicità. C’è poi, su Spreaker, Promenades di Francesco Fusaro: podcast di Music Paper, magazine culturale digitale, che propone dieci passeggiate musicali (è uscita la prima dal titolo Angeli e Demoni). Infine, non perdetevi Un furto di quart’ordine di Luca Sofri, lo trovate sull’app del Post e sulle app free: è uscito il 17 giugno – 50 anni esatti dallo stesso giorno del 1972 – per raccontare «le storie per cui è ancora straordinaria la storia del Watergate».
Per il primo fine settimana d’estate consiglio senz’altro di ascoltare La donna senza nome (su Storytel), romanzo avvincente di Vanessa Montfort, letto (molto bene) da Federica Toti: la «donna senza nome che però ne ebbe molti» è María Lejárraga, moglie del celebre drammaturgo Gregorio Martínez Sierra, il più grande mistero della letteratura spagnola. Una chicca: la colonna sonora che ha ispirato l’autrice è in una playlist su Spotify.
Su Audible, interpretato da Tommaso Ragno, trovate Il carcere di Cesare Pavese, storia di privata solitudine che fu pubblicata nel 1948 con La casa in collina sotto il titolo Prima che il gallo canti.
Di Emons (su Storytel) consiglio Padri e figli (di Ivan Sergeevič Turgenev) letto da Stefano Fresi: pubblicato nel 1862, dipinge le contraddizioni del conflitto generazionale che domina la Russia dell’epoca.
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