Di fatto nei dieci giorni che hanno preceduto il voto elettorale, chi si è informato anche tramite i podcast ha avuto a disposizione un’ampia scelta, fra le puntate dei daily e gli approfondimenti settimanali (Andrea ha dedicato a questo tema la newsletter riservata agli abbonati, uscita sabato 10 settembre). Nel frattempo, fra le novità di queste due settimane sono emersi alcuni podcast che, indubbiamente calati nell’attualità, secondo me vale la pena ascoltare anche adesso che i giochi sono fatti, come interessanti spunti di riflessione per un dibattito quanto mai necessario.
Dall’Ungheria di Orbán al Brasile di Bolsonaro, fino alla Francia di Le Pen e Mélenchon: Populismi è una serie in tre puntate di Chora Media – promossa dalla Fondazione Nocentini e dall’Istituto Salvemini, enti partner del Polo del ‘900 di Torino – che affronta un fenomeno dalla lunga storia e della geografia sovranazionale. Attraverso ogni episodio, poco più di mezz’ora, si indaga il concetto nelle sue diverse espressioni: populismo al potere (Orbán), populismo come fede (Bolsonaro), populismo di protesta (Le Pen-Mélenchon). Se ne parla tanto nel dibattito e nel racconto politico: questa serie, scritta e condotta da Francesca Berardi e disponibile sulle principali piattaforme di streaming, non fa mai riferimento all’Italia, ma forse anche per questo rappresenta l’occasione per mettere ordine e farsi un’idea personale. Nota per gli addetti ai lavori: Populismi è un esempio ideale di branded podcast.
Mi è piaciuto anche Agenda Draghi (sulle app gratuite), altro strumento (agilissimo, ogni episodio dura attorno ai 5 minuti) per capire da cosa si riparte e quale sia l’eredità che il nostro Paese si porta dietro: spiegata con le parole dello stesso Draghi, come dice il sottotitolo del podcast prodotto da storielibere per Il Foglio, a cura di Luca Roberto e Ruggiero Montenegro. Ripercorrendo i 18 mesi di governo, ricostruisce le risposte ai quesiti su cosa sia e cosa contenga quella che è stata definita “agenda Draghi”, attraverso gli interventi del premier su temi che vanno dall’economia alla politica internazionale, fino alla questione energetica.
La pesca del giorno è un testo di Éric Fottorino, giornalista e scrittore francese, tradotto da Cesare Martinetti e interpretato, nella sua trasposizione in podcast, da Vinicio Marchioni e Milena Mancini, con la produzione di Chora Media. Pubblicato su Internazionale del 23 settembre, se ne parlerà anche al festival di Ferrara, il 30 settembre alle 19 nell’incontro Brandelli d’umanità, con Cristina Cattaneo, Mario Calabresi e Cesare Martinetti. L’ascolto non è facile, tocca le corde dell’anima e ci coinvolge, tutti. È il dialogo surreale fra un pescatore dell’isola di Lesbo che vende i corpi degli annegati e un cliente-viaggiatore, che attraversa prima cinismo e indifferenza, poi sgomento e senso di colpa. Un lavoro accurato, dalle interpretazioni alla sonorizzazione, per quello che è un brutale atto d’accusa con l’intento di smuovere la coscienza collettiva, di fronte al dramma dei migranti e alle loro morti nel mar Mediterraneo.
Fra le altre novità, esclusiva Spotify sono le pillole di filosofia applicate alla vita quotidiana contemporanea, anche con ironia, di Citofonare Hegel (che è anche un libro), autore Paolo Pagani. Prodotto da Spotify Studios in collaborazione con Chora Media. Zero, di Piano P, è il primo podcast della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, condotto da Emanuele Bompan. Una serie per capire la sfida della transizione ecologica, dal racconto di chi ha deciso di affrontarla concretamente. Si ascolta sulle app gratuite.
Per chi ama il genere fiction e la psicologia c’è Resti tra noi (Audible), che attraverso i percorsi terapeutici di Gianni e Tiziana, sposati e con tre figli, mette in luce i lati oscuri di una famiglia per bene.
Gli appassionati di storia apprezzeranno la puntata speciale di Cara Repubblica (Raiplay Sound) dedicata a Carlo Alberto dalla Chiesa.
Il binomio informazione-evasione funziona moltissimo quando si ascoltano tanti contenuti nello stesso periodo. Se per i podcast le uscite di queste settimane hanno imposto molte riflessioni, per gli audiolibri l’offerta delle novità suggerisce di staccare la spina per rifugiarsi ogni tanto dentro una storia narrata bene. E i generi che permettono di farlo sono senza dubbio il giallo e la commedia. In questa direzione vanno le mie scelte.
Rondini d’inverno (Emons, sulle app di ascolto) – di Maurizio De Giovanni, letto da Paolo Cresta – fa parte della collana dei romanzi sulle vicende del commissario Ricciardi, ambientate a Napoli negli anni Trenta. La trama ruota attorno al delitto che si consuma la notte di Capodanno, sul palcoscenico di un teatro di varietà. Lettura, voce e interpretazione danno la marcia in più che rende questo ascolto indubbiamente piacevole.
Il cornetto acustico, di Leonora Carrington, edizioni Emons Audiolibri, si ascolta sulle varie app. Legge (con ritmo e ironia perfetti) Carla Signoris. Commedia esilarante narrata in prima persona dal personaggio di Marion Letharby, novantanovenne inglese sorda da anni, cui cambia improvvisamente la vita quando riceve in dono dalla sua migliore amica un cornetto acustico di argento e madreperla.
Altro romanzo dall’ascolto godibile, tornando al genere giallo, è Un uomo in mutande di Andrea Vitali (Audiolibri Salani, sulle varie piattaforme), letto da Alberto Onofrietti, dove la penna dell’autore non manca di regalare le consuete punte di umorismo attorno alle storie che hanno per protagonista il personaggio del maresciallo Ernesto Maccadò.
Segnalo inoltre I figli della mezzanotte di Salman Rushdie, letto da Gianni Volta (Mondadori, sulle varie piattaforme), Quel che resta del giorno, di Kazuo Ishiguro, letto da Gianluca Ferrato, e Valis, Di Philip K. Dick, con la voce di Francesco Pannofino (entrambi esclusive Audible).
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